Fare digiuno terapeutico a scopo depurativo: scopriamo tutti i vantaggi di questa pratica.
L’abitudine di fare digiuno terapeutico ha origine da alcune discipline orientali, che sostengono che l’uomo possa trarre beneficio dall’astinenza prolungata dal cibo: studi che si sono aggiunti a queste teorie hanno infatti dimostrato che l’essere umano, purché costantemente idratato, è in grado di resistere a stare senza cibo fino a 24 giorni, periodo in cui l’organismo, non dovendo impegnarsi a metabolizzare le sostanze assunte avrebbe tutto il tempo di eliminare le scorie e le tossine in eccesso.
Per fare digiuno terapeutico ci si deve preparare in modo tale da non togliere tutti insieme gli alimenti dalla dieta, iniziando una settimana prima del digiuno con un’alimentazione a base di frutta e verdura, diminuendo via via l’assunzione di cibi solidi ed integrandola con i liquidi, che vanno assunti anche durante la notte per fornire all’organismo un’idratazione continua utilizzando però acqua distillata non gasata con un ph compreso tra 6.4 e 6.9, per avere un equilibrio perfetto di sostanze basiche ed acide. Vi sono tipi di digiuno in cui si possono assumere piccole quantità di frutta e verdura, o integrare l’acqua con altri liquidi quali il tè verde, i centrifugati di verdure o il succo di pompelmo o limone.
Ogni quanto fare digiuno terapeutico?
Il digiuno può essere praticato una tantum in occasione di eccessiva ingestione di cibo, oppure un solo giorno una volta alla settimana; in altri casi, si può fare digiuno terapeutico per tre giorni due volte al mese o per una settimana due volte l’anno. In ogni caso, mai esagerare, e se si desidera abbracciare questa filosofia alimentare perché se ne apprezzano particolarmente i vantaggi, è consigliabile rivolgersi a uno dei centri specializzati per il digiuno terapeutico, dove ci si potrà sottoporre a questa pratica sotto stretto controllo medico e senza conseguenze spiacevoli per la salute.